domenica 31 ottobre 2010

ALCUNE RIFLESSIONI A DISTANZA DI 30 ANNI

Chiunque può inserire, attraverso i commenti a questo "post" le proprie considerazioni, riflessioni a distanza di 30 anni.
Si raccomanda di non essere offensivi. In tal caso sarò costretto ad esercitare le mie funzioni di moderatore.

In Irpinia 30 anni fa come all’Aquila l’anno scorso. di Andrea Salandra
L’Appennino ballerino ogni tanto ci ripropone queste tragedie. L’Italia trema.
Per la mia formazione scientifica si tratta di un fatto naturale con cui l’uomo non ha ancora imparato a convivere e/o  gestire: con la prevenzione prima di tutto e la gestione dell’evento quanto succede.
Insomma ci vorrebbero maggiori investimenti e far nascere nella gente una vera cultura della Protezione Civile e della prevenzione. E’ amaro considerare che a distanza di 30 anni nulla è migliorato.
E per quanto mi riguarda, pur restando immenso il dolore per la perdita degli affetti più cari, posso assicurarvi che il dopo-terremoto mi ha creato continue amarezze .
Ad iniziare dalle bare che non si trovavano e dal mercato nero che, ricordo,  si svolgeva sotto gli occhi di chi invece era preposto ad intervenire. La difficoltà a trovare un saldatore per evitare che le salme venissero messe in una fossa comune.
O il constatare come in un paesino, dove la solidarietà è stata sempre alla base della convivenza, si scatenino istinti di sopravvivenza tali da portare all’indifferenza: mentre alcuni si preoccupavano dei loro morti c’erano altri che si preoccupavano di recuperare le loro damigiane di vino.
Come posso dimenticare le luci fatue che nella notte si aggiravano sulle macerie: sciacalli, magari forestieri, alla ricerca di qualcosa da portare via.
Subito dopo aver sistemato i propri cari, la preoccupazione di ognuno fu quella di recuperare alla meglio le proprie cose, la propria intimità. Una frenesia che non risparmiò nessuno fra quelli che avevano avuto la propria casa distrutte e le proprie cose, anche le più intime, alla mercè di tutti.
Si raccoglieva di tutto e si cercava di assicurarlo in qualche luogo sicuro. Chi scrive accumulò tutto nella casa del nonno, salvo poi dover disfarsi comunque di tutto dopo qualche anno.
Impressionante la solidarietà degli italiani che, specialmente dopo l’appello del Presidente Pertini, inviarono un’enorme quantità di aiuti.. a volte oggetti inutili o che magari venivano lasciati alle prime persone incontrate per strada: fui tra i primi a pensare di raccogliere molti viveri in centro a Temete.
Come dimenticare i primi accampamenti, le prime roulotte. L’unica roulotte che quella gente aveva visto sino ad allora era la mia, quando scendevo per le mie vacanze.
Nei mesi immediatamente successivi le difficoltà furono enormi e l’inverno particolarmente freddo.
Con la primavera la vita avrebbe dovuto riprendere ... ma la popolazione, stordita ancora dalla tragedia, faceva fatica. Un via vai di volontari provenienti da ogni parte d’Italia, da tutta Europa.
Tradizioni e comportamenti che scomparvero e mutarono in pochissimo tempo. Una piccola comunità che sino allora aveva vissuto con i valori di un piccolo paese si dovette confrontare con gente che arrivava sul posto non sempre a fin di bene !!!
I ritmi di una piccola comunità che sino allora aveva basato la propria economia nella coltivazione dei campi, saltarono.
Invece di riprendere la propria attività nei campi la mattina la gente  era, ahimè, costretta a rimanere sino alle 10 in paese per aspettare la distribuzione del pane.
Dopo i container di lamiere per i più fortunati incominciavano ad arrivare le “case di Zamberletti” come a l’Aquila, lo scorso anno, sono arrivate le “case di Berlusconi” .. la storia si ripete.
Casette prefabbricate in legno prodotte dalla Rubner di Trento ..... Bellissime e costosissime, dicono !!
Normalmente due camere un bagno ed una piccola sala con angolo cottura che erano state costruite in fretta e furia vicino al Convento, alle pendici della montagna, nella zona più fredda!
Con la ricostruzione, la disgregazione del paese si accentuò.
Gli insediamenti urbani furono diversamente distribuiti: i più a S.Lucia....
I vecchi punti di riferimento erano spariti.
Disorientamento totale: ciononostante, ricorrendo all’uso dell’auto, il sanmennese comunque si spostava per ritrovarsi con gli amici “Sotto la Chiesa” o “Sopra al Ponte” richiamati anche dal vecchio Bar che era resistito al terremoto.
Tutti hanno riavuto la propria casa, qualcuno anche qualcosa di più.
I prefabbricati in legno della Rubner di Trento sono restati.  Una saggia decisione dell’Amministrazione ha permesso di trarre profitto da questi caratteristici villaggi, affittando i prefabbricati a chiunque desideri trascorrere qualche tranquillo fine settimana in montagna.
Casette di villeggiatura appunto. Inadatte a chi normalmente durante la giornata avrebbe dovuto recarsi a coltivare la terra.
Impressioni e sensazioni vissute spesso da lontano, intanto che godevo, devo ammetterlo, delle comodità di Verona dove sono rientrato, richiamato dalla nascita della figlia avvenuta un mese dopo il  terremoto.
Fui tentato a ritornare e perché no esercitare la mia professione di Geologo che,  ricordo,  quando frequentavo l’Università mi risultava difficile spiegare in paese.
Mi sembrava di andare a speculare sulla tragedia dei miei genitori...
Per quanto mi riguarda ora come allora penso che fu un errore affidare alle Amministrazioni locali, sino ad allora abituate a gestire dei piccoli bilanci, la gestione del dopoterremoto ed in modo particolare la ricostruzione.
Un sano principio di democrazia difficilmente gestibile in queste occasioni.
Nei giorni immediatamente successivi ad una radio che mi chiese un’intervista proposi di riunire in un unico insediamento più a valle dei tre paesini distrutti: Laviano-Castelnuovo e Santomenna
Se questi tre paesini fossero stati accorpati in un unico Municipio le cose sarebbero diverse e gli amministratori sarebbero stati costretti a pensare e ad agire più in grande. Invece a 30 anni di distanza l’emigrazione è ripresa e più di prima.
Il terremoto poteva essere un’occasione di sviluppo così come lo è stato per i friulani...

E per concludere, una considerazione amara...
A trent’anni di distanza ho capito perché a Santomenna, per certi aspetti una generazione è saltata. Prima perché coloro i quali erano in età di matrimonio durante il terremoto pochissimi si sono sposati e soprattutto perché scorrendo ora l’elenco delle vittime ho notato tanti bambini ...
Il terremoto è anche questo!!!
Andrea Salandra
-----------------------------------
Buogiorno Professore,
sono Tonino, in seguito ho cercato di esprimere quanto mi porto dentro da quel 23 novembre 80, a testimonianza per le giovani generazioni, per i miei figli e per i sorrisi ricevuti da chi è perito in quel tragico evento, ad una ferita sempre aperta si aggiunge il rammarico di non poterci essere.
Saluti Tonino.

 " 
Tonino. 
 
Io c'ero, in quella tragica sera dove nell'arco di pochi istanti fu spazzata via dalla furia della natura la vita di 64 persone, negli stessi istanti la stessa furia spazzò via tutto ciò che  fino a quel momento era servito a sostentare onestamente e decorosamente le vite di tutti noi. Un eterno arco di tempo, durato 94 secondi, spazzò via tutto cio che fino a qualche istante prima sembrava eterno. Ricordo ogni lamento e ogni gesto di quella sera, cosi come ricordo ogni gesto dei giorni che seguirono. Spesso, in questi trent'anni mi sono lasciato accompagnare dal ricordo delle parole e dal ricordo del sorriso di ognuno  delle 64 vittime. Non li dimenticherò in questa vita e spero di poter riabbracciare ognuno di loro nell'altra. " 


martedì 26 ottobre 2010

PERCHE' QUESTA INIZIATIVA, COME ADERIRVI...I COMMENTI

23-11-80/23-11/2010: A TRENT’ANNI DAL TERREMOTO PER NON DIMENTICARE E PERCHÉ, SOPRATTUTTO I GIOVANI,  SAPPIANO DI QUESTA TRAGEDIA CHE HA COLPITO SANTOMENNA IL 23 NOVEMBRE DEL 1980.       (continua a leggere clicca su "più informazioni"
Sì, l’intento principale di questa proposta è quella di riuscire a
coinvolgere in questo ricordo tutti i sanmennesi sparsi nel mondo ma soprattutto di rivolgersi ai giovani, affinché anche loro  conoscano questo momento triste che la Comunità ha vissuto 30 anni addietro.
Anche per questo ho  scelto di utilizzare le nuove tecnologie ed i linguaggi multimediali tanto vicini agli interessi dei giovani e facilmente accessibile per gli amici di Santomenna sparsi nel mondo.
Per i giovani sarà una triste riflessione, per chi come me ha vissuto quel momento, non sarà certamente un bel ricordo quando le immagini mi riporteranno a quei momenti brutti vissuti dalla comunità di Santomenna in una fredda, quasi invernale, serata del novembre ’80, intanto che l’intera comunità “irpina”, felice, alle 19 e 20 di una domenica autunnale seguiva in televisione il resoconto della partita Avellino-Juventus... altri tempi !!!
Su questo Blog vorremmo ricordare, senza retorica, le 64 vittime con le loro foto, un loro breve ricordo/profilo da parte dei parenti e amici  più cari.
Appena su questo blog verrà pubblicata la foto, i parenti e gli amici più cari possono lasciare una breve testimonianza a ricordo del/dei loro defunti.
La testimonianza, massimo quattro righe, deve riferirsi possibilmente al periodo immediatamente precedente al terremoto.
Debbono essere ovviamente firmate e riportare l’indicazione del grado di parentela/motivi dell’amicizia
La testimonianza può essere lasciata direttamente su queste pagine a commento della foto, ripeto, subito dopo che la foto sarà stata pubblicata.
La pubblicazione della foto deve essere fatta necessariamente dal sottoscritto.
Pertanto i parenti delle vittime sono pregati di inviare la/le foto allo scrivente, allegandola ad una mail indirizzata ad  11sala09@gmail.com.
Qualora non disponeste del formato digitale potete inviare il formato cartaceo via posta ordinaria ad Andrea Salandra Via Villa Cozza, 54  -37131 Verona.
Qualche impiegato volenteroso del Comune di Santomenna potrebbe eventualmente esservi di aiuto in questa fase.
Oltre a quelle delle vittime  potremmo anche pubblicare una raccolta di foto significative sui giorni immediatamente successivi al terremoto. Potremmo a pubblicarle in un’apposita sezione.
Chiunque disponga di foto di situazioni, documenti interessanti me li faccia avere seguendo le indicazioni già date sopra.
Il tutto, oltre che su questo Blog,  verrà pubblicato, mediante rimandi,  sulle pagine di Facebook che gia parlano di Santomenna: mi riferisco a quelle già esistenti come il gruppo “Santomenna”  e a “Noi che siamo partiti da Santomenna”.
L’Amministrazione Comunale di Santomenna , a cui si chiede di sostenere  l’iniziativa, si dovrebbe impegnare per il prossimo 23 novembre a trovare un luogo pubblico in cui potranno  essere presentate a tutti le testimonianze e le foto raccolte attraverso questo Blog.
Nel frattempo il Sindaco Venutolo, molto sensibile a quest’iniziativa, dovrebbe individuare sul posto, cioè a Santomenna, un responsabile della raccolta dei documenti capace di interfacciarsi con il sottoscritto.
In quanto Amministratore responsabile delle pagine lo scrivente si  riserva di moderare la pubblicazione del materiale, in modo particolare le note ed i commenti qualora questi dovessero risultare poco consone all’evento.
Grazie a tutti quanti vorranno collaborare
Andrea Salandra
--------------------------------
Il nostro Blog ha attirato l’attenzione anche degli amici di Caposele
Salve signor Salandra,
la disturbo per chiederle la disponibilità a darci una mano per quanto riguarda un progetto a cui stiamo lavorando da ormai un mese. Mi spiego meglio; io e un gruppo di amici stiamo, attraverso il blog http://www.selacapo.net/, organizzando una mostra video-testo-fotografica per il prossimo 23 novembre a Palazzo Venezia a Napoli, in occasione del trentennale del terremoto irpino e lucano. Crediamo sia fondamentale togliere un pò di polvere alla memoria e dare a noi giovani (chi organizza la mostra non era nato nell'80) la possibilità di sapere cos'è successo in quei tragici momenti.
Girando nel web ho visto che lei ha creato un blog, complimenti davvero, per cercare di raccogliere documenti a riguardo e siccome è originario di Santomenna le volevamo chiedere se può darci delle foto da utilizzare per la mostra. In più di un mese di lavoro abbiamo trovato molto ma reperire foto dei tanti paesi coinvolti è difficile quindi pensavamo che lei potesse darci una mano a riguardo.
Speriamo di poter contare sul suo aiuto e in attesa di una sua risposta le invio cordiali saluti.

Pasquale Restaino
----------------------------------------------------------------------------------------------
Carissimo Pasquale,
ancor prima che tu mi scrivessi avevo visitato il vostro Blog ... tanto è vero che vi ho "rubato" anche una foto (Fate presto)... molto significativa. Penso che ci accomuna la voglia di arrivare ai frequentatori dei Social Network .. quindi ai giovanissimi affinchè possano, anche loro, rendersi conto della grande tragedia che ha colpito Caposele, Santomenna e tutti gli altri paesi del c.d. "cratere".
Per quanto riguarda il mio Blog ... in crescita si spera ( molti contatti dall'estero.. in questo senso ho raggiunto uno degli obiettivi)
è pubblico quindi puoi utilizzarlo come vuoi. E' possibile che il 22/23 novembre, grazie alla sensibilità dell'Amm.Comunale di Santomenna e del suo Sindaco Gerardo Venutolo, il contenuto del mio Blog verrà proiettato al pubblico. Io vivo a Verona ma per quei giorni sarò nel mio paese .. magari possiamo incontrarci.
Non mancare di leggere la sezione "Riflessioni a distanza di 30 anni" che spero si arricchirà di altre testimonianze, soprattutto dei volontari. Ricambio i saluti Andrea Salandra
---------------------
Stimato Andrea;sono lieto di leggere l'invito al'anniversario del terremoto del 23 novembre,grazie ma noi l'abbiamo nel nostro cuore tutti i giorni ricordanto sempre i nostri cari che furono vittime di quel brutto e disastroso momento.Saluti a tutti a i Samennesi maggiormente alle famigle che anno perduti i lori cari,incluso la nostra famiglia Venutolo. Siamo lontani ma siamo sempre vicino. Felice Venutolo e famiglia.
--------------------
Ciao..... 29 settembre 2010 09:36 Andrea Salandra mod. blog ha detto... Felice Feel X Foselli 30 settembre alle ore 21.56 Segnala Bellissima questa iniziativa! Purtroppe in quel giorno del terremoto a Santomenna ero piccolissimo. Avevo appena un'anno... Ma giusto é mantenere questo ricordo sempre presente. Sopratutto di gran importanza verso i giovani di oggi che di quel giorno solo la storia probabilmente ne conoscono. Un generoso grazie al sig. Salandra ed un calorosissimo saluto dalla Svizzera. Foselli Felice 14 ottobre 2010 12:27

IMMAGINI E COMMENTI PERVENUTI DAI VOLONTARI

A tutti i volontari che, numerosi,  sono venuti a Santomenna... un GRAZIE particolare a nome dell'Amministrazione Comunale e di tutti i cittadini di Santomenna ...
siete stati AMMIREVOLI... specialmente i giovani
Sotto alcune foto inviate da un volontario Svizzero...
Qualcuno forse si riconoscerà a distanza di 30 anni .. proviamoci !!!
-Scorri sino in fondo per leggere tutte le testimonianze pervenute-
Tra queste anche quelle degli  Scout di Lamezia Terme -
"clicca sull'immagine se vuoi vederle più grande" .......   
e solo ultimamente anche una bella testimonianza del dr. Salvatore Ulisse di Palma di Salerno. Medico-cardiologo e scrittore per amore ... conosciuto casualmente a Verona dove ha presentato un suo interessante libro "Vittima di mafia"... l'articolo è stato pubblicato anche sulla rivista "Il Vescovado"   Sarebbe bello se riuscissimo ad aiutarlo a trovare "Pasquale"

Santomenna, come dimenticare?

Scritto da (Redazione), martedì 7 febbraio 2012 09.13.11
Ultimo aggiornamento mercoledì 8 febbraio 2012 08.11.12
di Salvatore Ulisse Di Palma - Caro Direttore,
come posso dimenticare quei giorni a Santomenna nell'anno 1980, l' anno di quel terremoto che inginocchiò l'Irpinia, la Campania centrale e parte della Basilicata centro settentrionale.
Ricordo che mi ero da qualche mese diplomato al liceo scientifico di Amalfi, iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Napoli ed avevo superato il corso di primo pronto soccorso a Salerno diventando volontario dei Pionieri della Croce Rossa. Partimmo da Ravello in molti, tristi perché sapevano che quella non sarebbe stata una gita di piacere anzi...
Quando arrivammo in quel paese dove la dott.ssa Teresa Mansi era segretario comunale trovammo un paese distrutto, sommerso dalle macerie. E' vero, dice bene il prof. Salvatore Sorrentino, sindaco dell'epoca di Ravello, in tanti contribuirono a donare cibo e vestiario per quella gente che aveva perso tutto . Partimmo da Ravello di notte e, una volta arrivati a Santomenna ci prodigammo non poco a dispensare viveri e vestiti.
Ricordo di aver mangiato anch'io tanta carne Simmental, per fame, quella fame commista a tanto dolore da crearti un vuoto costante nello stomaco. E, poi, con pala alla mano, mascherine al volto per il puzzo di cadavere che proveniva dalle macerie, scavammo, scavammo con tutta la nostra forza mentre i corpi dilaniati non avevano più sembianze umane. Ricordo di aver trasportato a spalle tante bare, nelle quali ponevamo i resti di quella gente che mai avrebbe pensato di morire così tragicamente.
Un ragazzo mi si avvicinò e guardandomi, mentre io ero tutto impolverato con in mano una pala mi disse: "Tu non sei di Santomenna, io ho perso mio padre e mia madre, una casa, i miei ricordi più belli. Io ti ringrazio per quello che stai facendo per noi" e mi abbracciò stringendomi a sé fra le lacrime e la disperazione più profonda.
Quel ragazzo si chiamava Pasquale ed era forse un mio coetaneo e, negli anni, non l'ho mai dimenticato, come quei ricordi, quelle immagini che, come fotogrammi, ritornano spesso alla mia mente.
Tornai a Ravello fiero di aver fatto ciò che un uomo deve fare, saper portare la croce aiutando chi nella sofferenza vive e chiede aiuto.
Dottressa Mansi Teresa ti ringrazio per aver fatto in modo che un giovane, tanti giovani di Ravello potessero portare aiuto, speranza, sostegno, un sorriso a chi aveva perso tutto.
Auguri, di cuore, per il nuovo incarico nella città di Crotone che va a costellare i già tanti traguardi professionali raggiunti e, sono certo che una ravellese DOC saprà distinguersi sempre e ovunque.

 

CARBUTTI MARIA GRAZIA

CARBUTTI MARIA GRAZIA

SABATINO ANNA MARIA e CARBUTTI MARIA GRAZIA


SABATINO ANNA MARIA e la figlia CARBUTTI MARIA GRAZIA

IPPOLITO CATERINA

IPPOLITO CATERINA ved. Venutolo


In ricordo di nonna Caterina Ippolito

In un attimo sei andata via lasciando nello sconforto quanti ti amavano.
Il dolore mai sopito continua a pervadere quanti preservano il tuo ricordo che non si è ancora affievolito.
E’ consuetudine confortarsi con le parole “il tempo rimargina ogni ferita”, tra cui anche quelle che si aprono in conseguenza della scomparsa di un proprio congiunto, ma questo non è certamente il caso di quanto accaduto in occasione di quel tragico 23 Novembre 1980.
Il tuo insegnamento, la tua amorevole dolcezza e disponibilità, resteranno come un marchio indelebile nella nostra mente e nei nostri cuori.

Novembre 2010
tuo nipote Gerardo Venutolo

ALCUNI RITAGLI DI GIORNALI DELL'EPOCA

ALCUNI RITAGLI DI GIORNALI DELL'EPOCA



Tra questi anche la nostra Chiesa !!

Parla di Castelnuovo ... ma la foto riguarda la nostra Chiesa
--------------------------------------------------------------------------
               I volontari si mobilitano e gli aiuti non mancano !!!



 La corsa alla casa e ...non solo !!
 Allora come oggi ... sciacalli in azione...
Non mancarono le denunce



 Ora come allora ... poco è cambiato !!!






UN' INIZIATIVA CHE NON POSSO DIMENTICARE

Un'iniziativa fra le tante. Il popolo italiano, e non solo, si mobilitò. Anche alcuni amici veronesi (Antonio Macrì, Vito Burro e tanti altri) che si resero promotori di una raccolta di fondi per costruire una Scuola.
La Scuola venne realizzata, non senza difficoltà, l'anno dopo in località Convento, vicino al Municipio provvisorio (dov'è adesso l'agriturismo).
La Scuola che fu utilizzata nei primi anni ottanta ora non c'è più in quanto incendiata!!
Un grazie ora per allora a tutta la Comunità scolastica veronese che rispose all'appello.
(Qualora qualche altro amico volesse ricordare altre iniziative -ve ne furono tante-  invii il materiale. Pubblicherò tutto)


 Intere scolaresche si mobilitarono
 A distanza di un anno il prefabbricato venne consegnato
GLI APPELLI AI VERONESI


IL CONTRIBUTO DEGLI SCOUT DI LAMEZIA TERME

“(…) Ma quando niente sussiste d’un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, 

Ricorre quest’anno il trentesimo anniversario di quel triste 23 novembre 1980, un evento destinato a lasciare il segno nella storia del nostro tempo e della vita di migliaia di persone.
Si comprende pertanto che il ricordo di quanto allora accadde continui a suscitare iniziative di riflessione, di memoria e di stimolo all’impegno e al servizio verso gli altri.
Ci siamo ritrovati a discutere del nostro essere protagonisti come Rover e Scolte, appena maggiorenni, in quel torrido agosto del 1981, insieme con la gente di Santomenna a dare il nostro modestissimo contributo nella costruzione di alloggi, di strutture di accoglienza e di servizio con i tanti bambini rimasti soli a vagare fra le rovine che il sisma aveva lasciato.
La nostra presenza faceva parte del progetto nazionale Agesci denominato “ religione, cercando di crescere come cittadini del mondo e operatori di pace. Oggi, temprati anche dell’esperienza di Santomenna, siamo quasi tutti soci adulti dell'Associazione, donne ed uomini, padri e madri, lavoratori e lavoratrici che realizzano la loro presenza di servizio come Capi nei modi propri dello scautismo sempre entusiasti del nostro essere educatori e sempre pronti a impegnarci per chi è in difficoltà.
Cercheremo di portare la nostra presenza il 23 novembre compatibilmente con gli impegni familiari e gli impegni di lavoro.
Un abbraccio forte a tutti i Sanmennesi.
Con amicizia il Gruppo Scout Lamezia Terme 3

Operazione Arcobleno” in cui furono impegnati tutti i  Rovers e le Scolte di tutta Italia.
Il Clan del nostro gruppo scout Lamezia Terme 3, insieme con il Clan del gruppo scout Macerata 1, lavorò senza sosta, senza stanchezza sempre con il piglio dell’impegno e del sacrificio a oltranza,  perché sentivamo nostre quelle case, quegli oggetti, quelle persone.
Tutto ci apparteneva e tutto lo sentiamo ancora nostro a distanza di trent’anni.
Il nostro impegno al servizio ci viene dalla nostra scelta di essere persone impegnate, orientate alla cittadinanza attiva e al senso di responsabilità in un progetto comune che ci porti a “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”.
Siamo impegnati ad aiutare a scoprire la dimensione della fratellanza e dell’essere comunità unica, in grado di superare le differenze di razza, nazionalità e
Referente del Gruppo Scout Lamezia Terme 3
Giovanni Bevilacqua via G. Murat, 127
88046 Lamezia Terme CZ tel. 3315771667
l’edificio immenso del ricordo”. (Marcel Proust, La strada di Swann)  
 
Gruppo Scout Lamezia Terme 3





GRAZIE, GRAZIE GRAZIE!!!!! A nome di tutti gli abitanti di Santomenna...


Ill.mo Sig. Sindaco Comune di Santomenna Gerardo Venutolo

VENUTOLO ROSA

VENUTOLO ROSA

ALTERA GIUSEPPE - ALTERA MARIA GIUSEPPA e SABATINO ANNAMARIA


 Un'intera famiglia:
ALTERA GIUSEPPE-ALTERA MARIA GIUSEPPA e SABATINO ANNAMARIA

COM'ERA VIA P.A. DI MAJO (zona Fontana)

Dopo l'omaggio a Piedi la Terra  non posso esimermi dal dedicare unasezione anche al corso principale di Santomenna, Via P.A. Di Majo: una volta chiamata "vianova" ...
Anche lungo questa strada, se scorriamo l'elenco delle vitime, c'è stata una strage.
 E' noto che il terremoto ha interesso in modo catastrofico tutta la parte sud del paese.
Piedi la Costa, fortunatamente, è stata interessata di meno.
Mi riservo di dare anche una spiegazione scentifica della cosa, magari con un capitolo a parte.

Per il momeno vi propongo alcune foto del Corso principale (zona Piazza Umberto e zona Fontana): com'era prima e come si presentava ai soccorritori dopo il terremoto.

In fondo alcune foto di cui non sono riuscito ad individuare la zona... ci provate voi ???




DI MARTINO GIUSEPPE

DI MARTINO GIUSEPPE

sabato 23 ottobre 2010

A TRENT'ANNI DAL TERREMOTO: come aderire all'iniziativa

VAI A VEDERE INTANTO
23-11-80/23-11/2010: A TRENT’ANNI DAL TERREMOTO PER NON DIMENTICARE E PERCHÉ, SOPRATTUTTO I GIOVANI,  SAPPIANO DI QUESTA TRAGEDIA CHE HA COLPITO SANTOMENNA IL 23 NOVEMBRE DEL 1980.       (continua a leggere clicca su "più informazioni"
Sì, l’intento principale di questa proposta è quella di riuscire a

DI MARTINO ROCCO e DI MARTINO FELICE (fratelli)

I fratelli FELICE e ROCCO DI MARTINO

venerdì 22 ottobre 2010

COM'ERA PIEDI LA TERRA ??

Scorrendo l'elenco dei deceduti si può notare che in località Piedi la Terra c'è stato sicuramente il più alto numero di vittime. In omaggio a ciò, ed essendo stata la zona in cui era ubicata la mia casa, pubblico alcune foto affinchè anche i più giovani possano avere l'idea di com'era il paese al posto della zona verde chè c'è ora sotto al Municipio. Senza per questo nulla togliere a Via Poggio (Puoi) e al Corso Di Majo ( Cap rort e la Fontana)

In fondo alla pagina delle bellissime poesie che ben descrivono Santomenna prima e dopo il terremoto

 Lu passiatur. il municipio e la mia casa
Piedi la terra ( in alto la mia casa e la Chiesa di S.Gaetano) in una foto del 1968


 dovrebbe essere l'entrata del Vicolo I S.Gaetano.. in fondo si intravede "lu canal "

La Chiesa di S.Gaetano
Famiglia Turi Nicola
... in questa foto si intravede anche la Chiesa di S.Gaetano
in questa foto c'è anche l'autore del Blog  ancora giovanissimo.. !!


Piedi la Terra prima e subito dopo il sisma.
Nell'ultima foto si riconosce benissimo Gerardino Sarni .. un caro ragazzo a cui tutti volevano bene. Morì anche lui con il terremoto assieme al fratello Luigino.


Vista dall'alto di Piedi la Terra prima del terremoto

Piedi la Terra dopo il terremoto.
A valle della linea rossa tutta la zona distrutta (Conoide di terra).
Piedi "La Costa" è rimasta intatta
Questa foto aerea (sopra)  è stata scattata nei giorni immediatamente successivi al terremoto.
I punti rossi sono i VVFF alla ricerca dei dispersi!!!


Sopra: La mia casa vista dal Vicolo I di S.Gaetano ( la strettola dove abitava pure l'ing. G.Venutolo)

Sopra la mia casa distrutta  vista da "Lu Passiatur"

zona Seminario

I primi accampamenti ....sotto la neve..

Piedi la Terra distrutta vista dalla Variante.
Si notino le condizioni climatiche in cui fummo costretti a lavorare nei giorni immediatamente successivi...
Per certi aspetti il freddo ci salvò da epidemie.
I  nostri cari defunti rimasero per giorni senza degna sepoltura in quanto mancavano le bare.
Si stava pensando già ad una fossa comune quando fortunatamente, grazie ad un appello radio, ne arrivarono un buon numero. Non posso mai dimenticare che anche su questi sentimenti, gente senza scrupolo aveva pensato al mercato nero delle bare........
In quei giorni l'unico problema di chi aveva avuto parenti deceduti era di garantire loro una degna sepoltura... ed il freddo e la neve ( insolita per quel periodo) facevano in modo che anche la malta cementizia, ricavata alla meglio, si rifiutasse di rimanere attaccata ai mattoni necessari a tamponare i loculi.
Non dimenticherò mai alcuni volontari veronesi che mi aiutarono in quest'operazione, come non dimenticherò due vigili del fuoco che si arrampicarono sulle macerie della mia casa ( vedi foto sopra) per recuperare qualche foto.

Una toccante testimonianza di un amico che non è di Santomemma ma che del nostro paesino ha saputo cogliere gli attimi e le immagini più belle attraverso le sue poesie ...
Leggetele perchè decrivono benissimo Santomenna prima del terremoto. Subito dopo la poesia alcune foto che mi sono state inviato sempre dall'amico Capozzoli
Grazie Rolando

Questa la  prima mail che Rolando mi ha inviato
Ciao Andrea, scusa se ti do del tu, probabilmente potremmo essere coetanei. Sono un pensionato e ti scrivo da Grugliasco -To - sono il marito di Maria Turi, figlia di Pasquale Turi (residente ad Eboli per lunghi anni), era proprietario di una piccola casetta a Santomenna suo paese natale in Via San Gaetano, ai Piedi della Terra.
Com'era ai Piedi della Terra?
Era un piccolo mondo arcaico separato dal resto del paese.
Un piccolo paese dentro un altro piccolo paese.
Così lo immaginai nel lontano 1968 e me ne innamorai. Amore che non si è spento nemmeno oggi che i Turi a causa del terremoto non possiedono più un'abitazione in Santomenna.
Da due giorni ho scoperto il tuo blog grazie ad un'altra santomennese che abita a Torino e ne sono rimasto affascinato.
Ogni foto dei defunti è una ferita che si riapre. Molti li conoscevo.
Amo la fotografia, ho quasi cinquanta foto dei giorni del terremoto (a colori), alcune sono di novembre, altre, sono del periodo natalizio. Molte sono state scattate ai Piedi della Terra. Posseggo molte foto di Santomenna durante la ricostruzione fino ai giorni nostri.
Mi hanno molto emozionato due foto tra le tante: la prima dove c'è mio suocero e mio cognato Nicola insieme a molta gente, credo che sia un bar, la seconda è stata scattata in Via San Gaetano: ci sono i nonni e zio Peppino con la moglie ed un bambino che penso fosse Nicola.
Per il momento mi fermo quì, Ti auguro buon lavoro e non mollare. Nel salutarti ti invio questa composizione su Santomenna. Ciao                     Rolando Capozzoli             
ARRIVAVO D'AGOSTO
Si dice che casa tua è dove
ti senti in pace. E' dove ritrovi
quelle energie che altrove hai perduto.
Quando superavo i Bagni
e il fiume Sele, la valle che s'apriva
sull'antica strada, di curve,
m'apriva il petto per meglio accogliere
l'aria che dai monti si liberava.
A Quaglietta compravamo il pane
e poi via di corsa per le ultime salite,
finchè dietro una curva, Santomenna
appariva ed io mi sentivo a casa.
Se ci fosse stata musica,
avrei ascoltato le meglio melodie,
tant'era la gioia che provavo.
Dopo Castelnuovo, ancora due curve,
tante more e peri selvatici e ulivi
e poi Santomenna tutta illuminata
sotto il sole d'agosto, quando arrivavo,
                    Rolando Capozzoli


COME UN AMORE
 Declinante dalla sassosa Seta
così ti ricordo sul poggio
addormentata. In faccia al sole
che lascia l'ultimo raggio prima
che s'infossi laggiù nella pianura
afosa. Santomenna cara, grigi
eran i tuoi muri e i tetti a sbalzi
delle case contadine, con le porte
aperte sulla via e le galline.
Dalla Croce alla girata lo sguardo
allungo lieto, sull'argentea  cupola
delle Grazie e la conca verde con
la Costa che ti fa corona. Appesi alle
nuvole sul pianoro, i ruderi del
monastero. Sull'acciottolato,
in basso, i suoni odo e i passi
di stanchi uomini e animali.
Veglia dall'alto la Cappella.
Tace ai Piedi della Terra
il Seminario. Domina sulla
salita San Gaetano e laggiù oltre
l'abitato zampilla l'amato Canale.
Ti ricordo al Vespro, Santomenna mia,
al rintocco delle ore, con Maria
e il suo barile. Per Via Di Maio
a passi lenti, perchè più lungo
fosse il tempo da passare insieme.
Quanti ricordi. Quante fotografie.
Sopra la costa si leva la luna.

                Rolando Capozzoli
       
 IL GIARDINO
(descrive il piccolo giardino che esisteva dietro la casa, nell'ultima visione che ho di esso in quell'ultima Estate del 1980 che trascorremmo in Via San Gaetano ai Piedi della Terra)

 Ecco il pozzo
sotto la casa,
all'ombra del fico,
che i rami odorosi
tendeva, fino
ai tralci della vite.
Ecco il pergolato e
la pietra ove
tu, ti sedesti
in quell'ultima estate.
E i radi ulivi,
giù per il ripido giardino.
Ecco la quiete
che mi sovviene e
i raggi del sole, caldi.
Ecco i rintocchi delle Grazie
che mi parlano di te,
Amore.
             Rolando Capozzoli


SANTOMENNA 1980  ( ..evidentemente una triste visione del paese dopo il terremoto)
Ho visto l'uva, appesa alle travi,
dai grappoli d'oro.
Ho visto lampadari tristi dai soffitti.
Ho visto scampoli di cielo
da finestre sventrate
e panni stesi nel nulla
su pareti verticali.
Ho visto muri miracolati
e mobili impauriti
addossati alle pareti
senza più stanze.
Ho visto sorridere la morte
per le messi abbondanti.
Ho visto il dolore e la paura.
Poi è arrivata la pioggia.
Poi è arrivata la neve.
Le lacrime hanno reso fango le strade.
L'inimana natura ha cancellato il paese.
I morti sono diventati croci e nomi.
Quel che è venuto poi,
non è mai stato il prima.
               Rolando Capozzoli

Altre foto inviate da Rolando ora residente a Torino