SABATINO ANNA MARIA e la figlia CARBUTTI MARIA GRAZIA
Ad oggi quasi 15.000 contatti proveniente da: Italia 10.000 ; Svizzera 700 ; Argentina 300; Australia 300; Belgio 250; Stati Uniti 150; Venezuela 100; Regno Unito 56; Germania 60; Francia 50. SIETE STATI VERAMENTE TANTI PER QUESTO, D'ACCORDO CON IL SINDACO G.VENUTOLO, STO FACENDO IL POSSIBILE PER SCARICARE IL CONTENUTO DI QUESTO BLOG SU UN C.D. CHE POTREBBE ESSERE DISTRIBUITO IN OCCASIONE DELLE PROSSIME FESTIVITA' DI LUGLIO ... SPERANDO DI VEDERVI NUMEROSI...E SOPRATTUTTO DI RIUSCIRCI !!!
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Quella maledetta sera di trent’anni fa io non ero presente, ero piccola e mi trovavo lontana miglia da qui con i miei genitori e mio fratello, dall’altra parte del mondo in Venezuela.
Ho vissuto però attraverso il loro racconto l’angoscia ed il dolore di quei tragici momenti, che in pochi secondi hanno completamente raso al suolo un piccolo paesino del Sud, distruggendo così la quotidianità delle persone semplici che ci abitavano e segnando per sempre la vita di tantissime famiglie, provocando la morte di anziani, bambini e soprattutto tantissimi giovani.
Siamo venuti a conoscenza dell’accaduto tramite la telefonata di una nostra cara amica di Castelgrande che si trovava anche lei lì, la quale ci chiamò dicendoci che aveva saputo che c’era stato un violentissimo terremoto in molti paesi dell’Irpinia e Basilicata, tra cui anche Santomenna e c’erano stati anche dei morti.
Per i miei fu un fulmine a ciel sereno sapere che i loro cari potevano essere in pericolo e non poter far nulla per aiutarli, così presero me e mio fratello che all’epoca era più piccolo di me ed andammo da mia zia, la sorella di papà per cercare di saperne qualche cosa di più.
Alla radio trasmettevano qualche notizia ma nulla di preciso, purtroppo era difficilissimo stabilire un contatto telefonico con qualcuno dei nostri cari, le linee telefoniche erano completamente bloccate, quindi era inverosimile sapere quale fosse realmente la situazione e se a qualcuno di loro era accaduto qualcosa.
Soltanto dopo tre lunghissimi giorni di attesa abbiamo saputo realmente ciò che quella funesta calamità aveva lasciato dietro di sé, tramite un’altra mia zia, moglie di uno dei fratelli di mamma, che ricevette la telefonata di suo padre che dalla Calabria era partito per Santomenna per constatare realmente cos’era successo.
Una telefonata che non avremmo mai voluto ricevere, dove ci dissero che purtroppo tu e Maria Grazia non c’eravate più, eravate state strappate alla vita insieme, unite da un crudele destino, lasciando così da soli nel baratro più profondo, dal quale non si sono mai più ripresi zio Vito e Peppino così affettuosamente chiamato da tutti noi.
Care zia e cugina chi l’avrebbe mai immaginato poi, che a distanza di 30 anni, di quel poco di famiglia che era rimasta per colpa di quella terribile sciagura, non ci sarebbe più rimasto nessuno di Voi.
Spero che possiate godere tutti insieme nella vita eterna, visto che in quella terrena non è stato possibile.
A voi tutti.
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